Le mie riflessioni post-voto sul destino del PDL in Emilia Romagna

Il Popolo delle Libertà

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Conclusasi ormai la vicenda elettorale e dando atto al Presidente Berlusconi dell’impegno profuso per arginare quella che sembrava la vittoria scontata del PD, ed essendo libero ormai di uscire dal riserbo impostomi a seguito della immotivata ,ancora oggi,mia esclusione dalle liste elettorali del PDL, desidero esprimere alcune mie riflessioni rivolte a tutti coloro che hanno sempre condiviso la mia linea politica ed in genere agli elettori del centro destra. Innanzitutto ritengo che una riflessione seria sui tanti elettori del centrodestra che si sono astenuti dal voto o hanno votato Grillo vada fatta con attenzione ai motivi reali della insoddisfazione soprattutto giovanile ed alla inadeguata presenza del partito(possiamo ancora chiamarlo così?) sul territorio, confermata dalla “scandalosa assenza di candidati locali dalle liste,”a favore di paracadutati estranei ed assenti alle realtà che li hanno eletti;pur non sottovalutando il carisma del Presidente Berlusconi ritengo che una maggiore valorizzazione di esponenti locali avrebbe aumentato le chances di vittoria del PDL ed arginato almeno in parte il così detto voto di protesta;in secondo luogo sarebbe stata opportuna e lo è’ a maggior ragione oggi, un maggior collegamento con la tradizione culturale e politica espressa dal Partito Popolare Europeo (non intendo affrontare in questa sede i criteri di formazione delle liste che NON hanno premiato spesso i capaci e meritevoli!). Oggi mi interessa affrontare le motivazioni del calo vistoso del PDL a Bologna ed Emilia Romagna,considerando tuttora valide le valutazioni espresse prima delle elezioni, tengo a sottolinearlo, al segretario Alfano, senza ovviamente ricevere risposta alcuna. A questo punto ritengo ormai indilazionabile la messa in discussione dell’intero,gruppo dirigente regionale e bolognese che non è stato in grado di gestire non tanto la brevissima campagna elettorale imperniata sul ruolo del Presidente Berlusconi, quanto di intercettare almeno in parte gli umori dell’opinione pubblica  delineando un progetto politico locale credibile (basti pensare a quanto successo a Parma e la sottovalutazione di quel fatto che ha gettato discredito sul PDL, o alla mancata (tranne poche eccezioni) polemica con il presidente Errani ed il sistema cooperativo. Per non parlare poi del silenzio assordante su comportamenti “anomali” di un consigliere regionale,(non si tratta di far cadere teste, sia ben chiaro) che in questi giorni ci ha inondato di lettere con la sua immagine, e che ha giustificato in modo improprio e superficiale a mio modo di vedere, alcune scelte sbagliate del coordinamento nazionale del partito. Per inciso,per molto meno nelle ultime elezioni amministrative a Bologna, nonostante il Pdl in una situazione difficilissima fosse riuscito a mantenere i consiglieri uscenti fui messo sotto”processo”.Detto questo credo che per il centro destra Bolognese ed Emiliano il rischio serio sia quello della totale irrilevanza politica con il conseguente venir meno del ruolo non dico di potenziale governo ma almeno di opposizione oggi demandato a tutti gli effetti al movimento di Grillo. Occorre una decisa svolta politica che non può più essere rappresentata ai massimi livelli di partito (regionale o provinciale o cittadino che sia) da chi nel passato si È TROPPO IDENTIFICATO CON LA STORIA DI AN O FORZA ITALIA e non può comprendere la nuova e pericolosa fase politica che si sta aprendo per l’Italia e conseguentemente per l’Emilia Romagna.
Si può fare politica come intendo farla con impegno anche senza incarichi istituzionali o di partito.