Galletti, Merola, e quel consociativismo che non fa bene a Bologna

GallettiContinuano sui quotidiani bolognesi le riflessioni su chi sarà il prossimo sindaco ed emerge l’ipotesi Galletti alla quale ovviamente si contrappone l’attuale sindaco Merola, pur contestato da parte del suo partito. A parte ovvie considerazioni sul fatto che questa discussione sui nomi nasconde la mancanza totale di progettualità politica amministrativa sul futuro di Bologna, rimane il fatto che anche la candidatura di Galletti (non ne discuto la competenza) non è certo il nuovo che avanza e soprattutto leggendo i giornali, si pone in una ottica “continuista” con la gestione della sinistra, non certo chiaramente alternativa alla medesima. Da sempre sostengo che il male oscuro della nostra città è un “certo consociativismo” appoggiato dai cd poteri forti che ha provocato danni enormi a Bologna, privandola di una vera dialettica democratica maggioranza – opposizione  e che anche il centrodestra ha le sue responsabilità in questa situazione, sicuramente inferiori a quelle del PD ma pure esistenti. Non abbiamo bisogno di candidati sindaci che attenuano le oggettive diversità  fra centrodestra e sinistra come sembra di capire leggendo i giornali di questi giorni, ma di programmi concreti sulla gestione di una città in piena decadenza e non mi si venga a dire che non esistono differenze sostanziali fra destra e sinistra. Sanità e welfare, rapporto fra Università e comune, situazione dell’ordine pubblico e gestione del medesimo, rapporto di Bologna con la regione con particolare riferimento all’aeroporto ed alla fiera per non parlare poi della viabilità e delle grandi infrastrutture:  non mi pare che su questi punti possa esserci una qualche sintonia fra centrodestra e sinistra. Sia ben chiaro che quando parlo di centrodestra intendo un’area politico culturale vasta che non può disdegnare l’apporto di un riformismo di centrosinistra, alternativo nettamente all’attuale modello impersonato non tanto da Merola, quanto dal gruppo dirigente del PD bolognese. Queste sono le ragioni, per le quali oggi come oggi la candidatura “continuista” di Galletti non ha ragione di essere. Quand’e che si comincerà a parlare di cose concrete?