Nell’anniversario del crollo del Muro di Berlino

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L’anniversario del crollo del muro di Berlino non può essere dimenticato in quanto segna la fine di un’epoca e del comunismo con conseguenze anche sulla vita politica italiana, che le giovani generazioni debbono conoscere. Molti i commenti sui principali quotidiani ed innanzitutto occorre riconoscere il sacrificio di milioni e milioni di persone per non parlare del ruolo essenziale di S. Giovanni Paolo II. Chi come il sottoscritto ha combattuto per anni un PCI saldamente legato all’internazionalismo socialista, non può tacere le connivenze che la sinistra europea e soprattutto il PCI in Italia ebbero con quelle dittature, esaltandole pur con timide critiche ed illudendo i propri elettori con vere e proprie menzogne, vedi la cosiddetta superiorità morale del “socialismo reale” o la necessità del “muro” per frenare l’imperialismo americano.

Personaggi come Togliatti, Longo, Berlinguer, Natta, Paietta, etc. hanno la responsabilità morale di avere coperto per anni i crimini del comunismo prendendone le distanze perché obbligati dalle circostanze solo dopo il crollo del muro il 9 novembre 1989. Pur con il rispetto dovuto all’età ed al ruolo istituzionale ricoperto, come non ricordare che anche l’attuale presidente della Repubblica fu un sostenitore di quel sistema?

Non ho mai sentito dai vari D’Alema, Fassino, Veltroni, Bersani una esplicita ammissione delle responsabilità storiche del gruppo dirigente comunista anzi si preferisce sorvolare questo tema, ed è questa la ragione per cui l’anniversario del crollo del muro è un esplicito j’accuse verso quei comunismi europei occidentali che direttamente o indirettamente giustificarono o coprirono i crimini del comunismo internazionale. Qualcuno dirà che voglio riproporre un clima da guerra fredda, semplicemente intendo ricordare verità storiche che non possono essere taciute in nome della convenienza politica.

Fabio Garagnani