Interpellanza

Il sottoscritto on. Fabio Garagnani interpella il Governo per sapere – premesso:

in merito all’articolo apparso su il Giornale e Avvenire, oggi 7 maggio 2012, in cui si spiega “come il rappresentante legale di una scuola paritaria sia tenuto a segnalare all’Agenzia delle entrate le rette che superano 3 mila euro: mandare figli ad una scuola non statale sembra comportare l’iscrizione d’ufficio nella lista dei sospetti di evasione….etc”

il dettato costituzionale (art. 30) riconosce che è un dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, rimettendo alla legge dello Stato il compito di fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, prescrivendo che siano assicurati ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole statali;

a parte ovvie considerazioni sulla necessità da parte di alcune famiglie di mandare i propri figli alla scuola paritaria per mancanza od insufficienza del servizio pubblico e sul fatto che, in molti casi la scuola cosiddetta privata, per lo più materna e primaria, supplisce a carenze evidenti del pubblico ed ha un ruolo di integrazione rispetto al servizio offerto dal medesimo;

la legge 62 del 2000 ha sancito le condizioni per il riconoscimento della parità scolastica tra le scuole statali e le scuole non statali e la funzione pubblica svolta a pieno titolo da queste ultime, conformandosi agli adempimenti previsti dalla legge, nell’ambito del sistema nazionale di istruzione e la realizzazione della parità scolastica rappresenta il riconoscimento del fondamentale diritto delle famiglie di scegliere il tipo di istruzione da impartire ai propri figli, nell’ambito dei princìpi dell’ordinamento costituzionale;

il pluralismo educativo svolge un ruolo fondamentale per rendere più moderno e flessibile il sistema scolastico del nostro Paese, secondo princìpi di autonomia, di sussidiarietà e di partecipazione, e per allinearlo con le più avanzate realtà scolastiche europee;

il ruolo della scuola paritaria è quello di concorrere con la scuola statale al perseguimento di un obiettivo comune, ossia quello della formazione e dell’educazione del fanciullo e del giovane, sia sul piano culturale, sia nello sviluppo dei valori morali e della coscienza civile, d’intesa e in collaborazione con le famiglie;

detto ciò, l’atteggiamento dell’Agenzia delle entrate, a parere dell’interpellante, si configura come un atto arbitrario, discriminatorio che viola il principio fondamentale della libertà di educazione arrivando quasi al ridicolo quando si afferma di comprendere tra i beni di lusso le mensa dei figli, il doposcuola o altre varie attività curriculari, a volte necessarie per i genitori che lavorano;

L’interpellante rileva altresì che la giusta lotta all’evasione non può trasformarsi, come purtroppo stiamo assistendo in questi giorni, nella configurazione di uno stato di polizia fiscale, occhiuto e minaccioso nei confronti dei cittadini i quali, a questo punto, non hanno neanche più la libertà di gestire la loro vita privata compreso la vita e l’educazione dei figli:

Se l’articolo in questione fosse effettivamente corrispondente al vero, sarebbe senza dubbio di una pesante gravità in quanto potrebbe alimentare ancora di più l’affezione dei cittadini verso lo Stato e le istituzioni e contribuirebbe definitivamente a cancellare le scuole paritarie, le quali attraversano da tempo un periodo di estrema difficoltà, legata principalmente all’inadeguatezza delle risorse economiche disponibili per il loro funzionamento;

chiede al Governo

se quanto descritto nei giornali succitati corrisponde al vero e di motivare quanto predisposto dall’Agenzia delle entrate nei confronti di chi, a volte con sacrificio, ha scelto per i propri figli una scuola più confacente ai propri ideali educativi, culturali e religiosi.

On. Fabio Garagnani, deputato Pdl Bologna