Denuncia e azione, le parole d’ordine della Bologna che c’è

Grande successo per il primo incontro di Bologna che c’è, il progetto di Fabio Garagnani che si prefigge di ridisegnare il volto di Bologna con una proposta originale di alternativa all’attuale sistema di potere e contemporaneamente di governo. La Bologna che c’è non raccoglie solo critiche ma le indirizza costruttivamente ad una azione di governo della città, finora paralizzata da eterne lotte di potere all’interno della sinistra e da forme di consociativismo che durano da sempre. In questo senso il gruppo è disponibile al confronto anche con chi non è di centrodestra ma convinto che Bologna deve “cambiare”. Venerdì scorso La Bologna che c’è ha raccolto il plauso e l’adesione di molti proseliti.
Garagnani ha illustrato gli 8 punti del manifesto specificando che si tratta di un manifesto che si amplierà con le proposte di chi aderisce.
Sicurezza, immigrazione, scuola, pressione fiscale, assistenza agli anziani, turismo, impresa: questi i temi cardini del nuovo progetto.
“Noi vogliamo essere – ha dichiarato Fabio Garagnani – quelli che interverranno concretamente con gli strumenti a disposizione nella denuncia di fatti che vanno contro gli interessi del cittadino”.
La serata è proseguita con Galeazzo Bignami, Consigliere Regionale FI Emilia Romagna e Ilaria Giorgetti, Presidente del Quartiere di Santo Stefano che con Garagnani hanno dibattuto sul tema: Sicurezza a Bologna, quale futuro.
Bignami ha evidenziato come la Regione sia inerme di fronte ad un problema che incombe in modo sempre più pesante nonostante le varie proposte che il Centro Destra avanza.
Giorgetti, avvalorando le parole di Bignami, ha sottolineato come nel documento delle linee guida del Comune di Bologna la parola “sicurezza” sia stata bandita, segno evidente di un’amministrazione che non ha a cuore la tranquillità dei bolognesi.
Garagnani attribuisce all’immigrazione una buona parte della criminalità bolognese e propone misure concrete, come il coordinamento delle varie forze di polizia esistenti, compreso l’esercito, e la ridistribuzione dei vari compiti, che porterebbe ad un maggiore presidio del territorio.