Centrodestra Bolognese: le ragioni di un evidente fallimento

 

Il Popolo delle Libertà

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Ero incerto se prendere posizione sui recenti episodi di politica locale ma la richiesta di chiarimenti di alcuni elettori ed il mio impegno politico che permane anche senza incarico istituzionale mi hanno indotto ad alcune riflessioni che mi sento di condividere. Non mi pare che il PDL bolognese abbia le idee chiare circa l’evoluzione politica a livello locale soprattutto per quanto concerne il rapporto con la maggioranza di sinistra; se è vero che l’attuale governo nazionale PD-PDL non ha al momento alternative ed in ogni caso risponde ad una emergenza nazionale (che mi auguro duri lo stretto necessario) determinata dallo stallo delle forze politiche, è altrettanto vero che il PD bolognese più che mai avverso ad ogni forma di intesa con il centrodestra, continua imperterrito nella sua gestione politica amministrativa, prescindendo totalmente dal contributo delle minoranze (cosa che il gruppo consigliare di centrodestra dovrebbe sapere bene).
In questo contesto le recenti “aperture” al Pd da parte di autorevoli esponenti del centrodestra regolarmente respinte al mittente (per fortuna!) dai responsabili locali ed una conferenza stampa di alcuni consiglieri comunali con un sottosegretario agli affari regionali dal contenuto alquanto impreciso ed ambiguo,forse fatta per dare lustro ad un suo collaboratore le cui competenze sono sconosciute, rischiano nei fatti di creare confusione nel nostro elettorato che non capisce più i nostri obiettivi. Fra l’altro il PD ha ministri e sottosegretari oltre al presidente del Consiglio e non hanno certo bisogno del nostro aiuto, anche se comprendo il desiderio di alcuni nostri dirigenti di dire qualcosa agli elettori, ma non qualunque cosa. Mi pare che al nostro interno manchi la percezione esatta dell’evoluzione della sinistra locale assolutamente estranea ad ogni ipotesi consociativa,ipotesi consociativa alla quale non sembrano invece estranei alcuni esponenti del Pdl.Desidero essere chiaro ed ammetto che la strana collaborazione nazionale può creare problemi a livello locale,ed una seria riflessione, mancata finora in modo assoluto, s’impone al piu presto ma non fino al punto di rinunciare a svolgere il nostro ruolo di opposizione ad un sistema di potere che non accetta “controlli “dell’opposizione, figuriamoci di presunti alleati o incerti oppositori. Fra meno di un anno ci saranno le elezioni amministrative e nonostante le sue molte contraddizioni e divisioni interne il PD bolognese mantiene un ruolo egemonico nelle amministrazioni locali,che possiamo sconfiggere od indebolire con una politica amministrativa “nuova” rivolta a tutti gli elettori giovani specialmente senza distinzione politica, ma con una unica discriminante: la nostra chiara e non ambigua alternativa di governo alla sinistra in nome di un ricambio invocato ormai da tutti. Al riguardo una seria riflessione sulle ragioni della nostra eterna (o quasi) collocazione all’opposizione a Bologna ed in Emilia Romagna s’impone urgentemente come pure la considerazione che se la guerra fredda e le tradizionali forme di lotta politica sono finite, non lo è affatto LA DIALETTICA FRA MAGGIORANZA ED OPPOSIZIONE. Non  so quale sarà l’evoluzione della situazione politica nazionale,ed il futuro del  centrodestra ma credo fermamente che i nostri valori non potranno essere svenduti in quanto parte essenziale della società bolognese e base di ogni reale ipotesi di cambiamento.