Caso Errani: le motivazioni della sentenza di assoluzione assolutamente non convincenti

Vasco-ErraniLe motivazioni sull’assoluzione del Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, non dissipano dubbi su una vicenda che rimane emblematica  di un sistema di potere che ha condizionato in questi anni in Emilia-Romagna ogni forma di pluralismo, identificando la sinistra con le istituzioni ed omologando prima al Pc, poi al Pds e al Pd tutte le realtà della società civile giovandosi della collaborazione della cooperazione “cooperazione rossa” presente in ogni ganglo della realtà emiliano-romagnola; questo è il senso della proposta di commissione d’indagine parlamentare  sui rapporti tra politica e sistema cooperativo che ho presentato nella legislatura testè conclusasi e che non è stata esaminata per ostilità “ ben comprensibili della sinistra e non solo! Ahimè” e, che se rieletto, riproporrò. Ciò che risulta evidente è la estrema diversità fra le motivazioni del rinvio a giudizio del Presidente Errani e le motivazioni della sentenza di assoluzione sulle quali confermo le mie profonde perplessità basate sulle considerazioni svolte precedentemente e sulle quali avevo predisposto una interpellanza al governo. Non desidero certo la ricerca di un capro espiatorio, comunque, ma i fatti sono fatti, ed  il clima politico in Italia e in Emilia-Romagna è sotto gli occhi di tutti e provvedimenti cautelari o assolutori  caratterizzano spesso l’operato della magistratura, o meglio di parte di essa, (intendo evitare generalizzazioni improprie) a seconda dell’appartenenza politica della persona indagata. Sinceramente mi riesce difficile pensare ad una non colpevolezza di Errani ed in questo senso anche se la  legislatura è conclusa presenterò in ogni caso un’interpellanza al Governo per chiarire, presso il CSM, le circostanze DI QUESTA ASSOLUZIONE CHE NON MI CONVINCONO. Proprio in riferimento alla necessità di garantire l’imparzialità della magistratura E SUE “DERIVE” POLITICHE  rivendico la mia proposta di legge sull’incandidabilità e ineleggibilità dei magistrati.